I soci si presentano: Anselmo Agoni

Anselmo ha accettato di fare da apripista e di presentare per primo se stesso e la sua attività agli altri soci del club.

La serata aveva la formula di “apericena” che era già stata usata due mesi fa e aveva raccolto consensi. Il Garden, la nostra sede, aveva preparato la stanza a destra dell’ingresso che per la sua struttura si presta bene alle cene in piedi e alle presentazioni.

Anselmo ha costituito nel 1997 la Ski-Mine (Schilpario Mineraria) con lo scopo di rivalutare e trasmettere alle future generazioni la storia della tradizione mineraria della Valle di Scalve.

All’inizio nacque il parco minerario intitolato all’ing. Bonicelli e, con lo scopo dichiarato “per non dimenticare”, predisposero una serie d’interventi che permettessero di dare un’identità al lavoro di recupero e di valorizzazione storica di un’area mineraria.

Miniera di Schilpario – Foto di Pepi Merisio – 1967

Perché memoria?

Perché l’attività estrattiva e siderurgica in Valle di Scalve ha rappresentato per duemila anni la principale fonte di sostentamento e di sopravvivenza per i suoi abitanti ed era importante recuperare e valorizzare quei luoghi dove aleggia la memoria del passato e delle radici degli scalvini di oggi.

La Ski-Mine ha realizzato vari percorsi museali in sotterraneo, attrezzati con illuminazione elettrica, documentazione fotografica d’epoca, oggetti e utensili usati nella miniera, ferrovia originale con vagonetti e trenini per il transito dei visitatori.

Alla miniera di Schilpario seguono altre iniziative come la miniera Lupi a Valbondione e il forno fusorio di Gavazzo, la miniera Sant’Aloisio a Collio in Val Trompia e la miniera Marzoli a Pezzaze, la miniera di Gambatesa nel comune di sparso di Ne in provincia di Genova.

La miniera Lupi a Valbondione

Anselmo quindi ci spiega le difficoltà che s’incontrano nel voler gestire queste attività con lo scopo turistico e divulgativo.

Senza contributi o sovvenzioni è difficile che l’attività non sia in perdita, e allora serve tutta una serie di attenzioni che cominciano con il personale (pochi ma buoni! e soprattutto eclettici) e continuano con l’impegno per farsi conoscere che va dalla partecipazione alle mostre mercato specializzate, ad esempio quella delle lanterne, le Antiche Luci, agli eventi per i bambini che accompagnano i loro genitori.

E’ necessario farsi conoscere, possibilmente a costo zero, ad esempio sfruttando i social e in particolar modo Facebook. L’esperienza di questi anni – dice Anselmo – ci insegna che “non servono costose campagne pubblicitarie, ne affidarsi a Guru della comunicazione”. Con i social sono molto utili i redazionali gratuiti su testate locali giornalistiche e televisive a seguito di eventi ed iniziative svolte, come appunto il mercatino mostra scambio Antiche Luci o la Befana in miniera dedicata ai più piccoli.

Antiche Luci

Cerchiamo di non perdere di vista chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo arrivare. Il visitatore non cerca Gardaland in questi siti; chi viene da noi cerca la genuinità di una storia vera.

Di conseguenza cerchiamo di non stravolgere l’identità dei luoghi ma di tramandare intatta la memoria, tenendo presente che i protagonisti non siamo noi bensì le migliaia di uomini che in venti secoli hanno rinunciato al piacere della luce per permettere alle loro famiglie di sopravvivere.

Con queste parole Anselmo chiude la presentazione raccogliendo un meritato applauso.

 

Alla presentazione è seguito un dibattito che ha visto il nostro Segretario, molto preparato sulla storia degli eventi del luogo, fare un’analisi complementare di fatti attinenti alla vita delle miniere, alla catena minerale estratto, carbone per la concentrazione del minerale e altre cose che hanno molto interessato i presenti.